Alimentazione

L’alimentazione è un aspetto molto importante nella vita di ognuno. Quella dei nostri animali è affidata a noi. È fondamentale un giusto equilibrio nutrizionale e alcune regole di base da rispettare per non spezzare questo equilibrio. Prendersi cura del proprio animale significa rispettarlo. Ascoltare e soddisfare i suoi fabbisogni significa amarlo.I cani sono animali onnivori, hanno cioè sviluppato delle caratteristiche che permettono loro di avere una dieta varia, comprendente, oltre a carne e cereali, anche frutta e verdura. Ritroviamo questo aspetto nel comportamento alimentare dei loro progenitori selvatici: i lupi, ad esempio, completano la loro dieta con bacche, funghi ma si nutrono anche dei vegetali presenti nelle viscere degli animali cacciati. Questo ha permesso l’evoluzione nel tempo del sistema gastroenterico dei canidi da carnivoro ad onnivoro.

I gatti sono invece animali strettamente carnivori, necessitano cioèdi un elevato apporto di proteine di origine animale per soddisfare i propri bisogni energetici. Alcuni elementi come la taurina, la vitamina A e l’acido arachidonico sono essenziali per il gatto e si trovano soltanto nei tessuti di origine animale. Una loro carenza può portare numerosi problemi. Al contrario livelli di carboidrati troppo elevati possono portare a problemi di cattiva digestione e iperglicemia con conseguente diabete.
I progenitori selvatici del gatto domestico erano cacciatori solitari, abituati a cibarsi quasi esclusivamente di piccole prede sempre disponibili (uccelli, roditori, ma anche piccoli rettili); questa caratteristica è rimasta nei gatti moderni, i quali hanno la necessità di consumare numerosi piccoli pasti al giorno, soprattutto nelle ore notturne. E’ dunque importante lasciare all’animale il cibo sempre a disposizione, senza però eccedere nelle quantità. L’organismo del gatto non è in grado di sopportare lunghi periodi di digiuno. Già dopo alcuni giorni di inappetenza entrano in atto dei meccanismi metabolici che possono portare a dei fenomeni di autointossicazione, riguardanti in modo particolare il fegato. In caso di anoressia è quindi necessario stimolare l’appetito del gatto utilizzando cibi molto appetibili (carne fresca scottata, prosciutto cotto, tonno) Se ciò non fosse sufficiente si deve ricorrere ad un’alimentazione forzata.
Fondamentale è la scelta del tipo di alimento: meglio una dieta casalinga o una commerciale? Ambedue presentano vantaggi e svantaggi. Una dieta di tipo casalingo permette al proprietario di conoscere la qualità delle materie prime utilizzate, ma presenta lo svantaggio di essere laboriosa nella preparazione e spesso difficile da bilanciare correttamente: non basta mettere nella ciotola semplicemente “un po’” di carne e “un po’” di riso! Per quanto riguarda i cibi commerciali ne esistono un’innumerevole varietà. Il consiglio è quello di fare acquisti in negozi specializzati per animali e cercare di orientarsi sui prodotti di alta qualità scegliendo quello più specifico per la fase di vita del nostro cane. Il cibo secco ha il vantaggio di essere molto pratico da utilizzare, non sporca e, se il cane non termina la sua razione, può essere presentato nuovamente al pasto successivo. Inoltre stimolando la masticazione ha un’azione benefica su denti e gengive, preservandoli più a lungo dall’insorgenza del tartaro. E’ possibile dunque nutrire un cane somministrandogli soltanto cibo secco. Il cibo umido “in lattina” presenta sicuramente il vantaggio dell’appetibilità e può facilmente essere utilizzato come asso nella manica in caso di animali debilitati e inappettenti, oppure da mischiare al secco al fine di renderlo più gustoso.

Per il benessere del cane e del gatto è importante cercare di mantenere sempre lo stesso mangime; tuttavia se fosse  necessario cambiare tipo di alimento (passando ad esempio da una marca ad un’altra o da una dieta commerciale ad una casalinga) il consiglio è quello di effettuare un passaggio graduale, idealmente nell’arco di una settimana. Il nuovo cibo va miscelato a quello precedentemente in utilizzo in proporzioni ogni giorno crescenti, fino a una completa sostituzione. Fanno eccezione i casi in cui sia necessaria una dieta specifica prescritta dal veterinario per particolari patologie.

I pasti devono essere suddivisi sempre in almeno due somministrazioni giornaliere (nei cuccioli fino a 8-10 mesi almeno tre) e lasciati a disposizione per circa una mezz’ora. Passato questo tempo la ciotola dovrebbee essere tolta e ripresentata al pasto successivo, anche nel caso in cui il contenuto sia stato lasciato intatto. Lasciare il cibo sempre a disposizione del cane può favorire l’insorgenza di problemi a livello gastrico.
A volte capita che un soggetto sano possa dimostrare un minor interesse verso l’alimento abituale. In queste circostanze è fondamentale capire se la causa del comportamento anomalo sia di tipo organico (conseguente a febbre, nausea, etc) oppure rappresenti un semplice capriccio. Avallata quest’ultima ipotesi (il cane è vivace e se gli viene proposto un alimento altamente appetibile come del prosciutto lo mangia con gusto) il proprietario deve comportarsi in modo rigoroso, ignorando l’animale e riproponendo quell’unico alimento per un tempo massimo di mezz’ora ai pasti successivi. Alcuni cani particolarmente caparbi possono passare anche un paio di giorni senza toccare cibo. Nel dubbio che l’inappetenza sia invece legata ad un problema organico è consigliabile rivolgersi al veterinario.
L’acqua fresca invece deve sempre essere lasciata a disposizione. Un cane sano necessita approssimativamente di 50 ml per ogni kg di peso corporeo al giorno (per un cane di 5 kg sono circa 250 ml), fabbisogno che può aumentare in caso di elevate temperature ambientali, alimentazione con cibo secco, durante l’allattamento o in corso di alcune patologie (diabete, insufficienza renale, etc). Una dieta ottimale deve tenere conto di numerosi aspetti: i fabbisogni nutrizionali sono strettamente individuali e rispondono alle caratteristiche morfologiche e caratteriali dell’animale, ma dipendono anche dalla sua età e dallo stile di vita.
I cuccioli e gli animali in gravidanza e lattazione hanno bisogno di quantità superiori di sostanze nutritizie, in modo particolare proteine e minerali.

La fase di crescita è un periodo critico per lo sviluppo di tutti gli apparati, quello osseo in modo particolare. Uno squilibrato apporto di calcio e fosforo, siano essi forniti in carenza o in eccesso, può predisporre un cucciolo sano, soprattutto se appartenente ad una razza “a rapido accrescimento”, a importanti problemi ortopedici. Per questo motivo il consiglio in queste delicate fasi di vita è quello di affidarsi a diete di tipo commerciale scegliendo quelle specifiche per cuccioli della taglia appropriata, senza l’aggiunta di nessun integratore (a meno che sia prescritto da un veterinario).
Con la sterilizzazione solitamente il fabbisogno calorico giornaliero subisce un calo di circa il 25%, predisponendo il soggetto non correttamente alimentato all’obesità. Il problema è facilmente gestibile fornendo all’animale un alimento contenente una maggiore quantità di fibre, che favoriscono il senso di sazietà e un ridotto apporto calorico. L’obesità rappresenta un problema che viene spesso sottovalutato dal proprietario, ma che, a lungo andare, può condurre a patologie gravi e di difficile gestione come diabete e problemi ortopedici. Spesso il sovrappeso viene erroneamente considerato come la normale conseguenza della sterilizzazione: niente di più falso! Qualsiasi animale con la corretta alimentazione e una moderata attività fisica può mantenere una forma perfetta a vita.
Con l’avanzare dell’età la possibilità di contrarre malattie aumenta, soprattutto quelle legate alla funzionalità di specifici organi (insufficienza cardiaca, insufficienza renale). Una corretta gestione nutrizionale può massimizzare l’aspettativa di vita e migliorarne la qualità. Ad esempio ad un soggetto cardiopatico è fondamentale somministrare una dieta povera di sodio ma ricca di acidi grassi polinsaturi, soprattutto omega 3. Altrettanto importante è attuare una dieta specifica nei pazienti epatopatici, nefropatici o in corso di altre patologie metaboliche. Spesso i soggetti anziani soffrono di patologie dentarie, per cui la consistenza del cibo è fondamentale: un alimento morbido e con un elevato contenuto di fibre può contribuire a mantenere anche un corretto transito intestinale.